…e ora parliamo di Kevin

Qualche tempo fa ho guardato al cinema il film “…e ora parliamo di Kevin” (regia di Lynne Ramsay con Tilda Swinton, Ezra Miller e John C. Reilly), e ieri ho anche finito di leggere il romanzo su cui è basato.

Riassunto in poche parole, sia il romanzo che il film narrano la storia di una madre, Eva, e di suo figlio Kevin, che poco prima del suo sedicesimo compleanno compie una strage a scuola, uccidendo 9 persone. La storia della loro famiglia viene lentamente ricostruita davanti agli occhi dello spettatore/lettore, che ripercorre con gli occhi di Eva gli eventi a partire dal concepimento di Kevin fino al giovedì della strage, continuando a guardare al triste oggi in cui lei vive.

Entrambe le versioni mi hanno colpito molto. Per quanto la storia sia sostanzialmente la stessa, in ognuno dei due emergono diverse sfaccettature dell’opera complessiva. Se nel romanzo è Eva a narrare in prima persona, dando modo al lettore di scoprire la sua forza, ma anche debolezza, davanti ad un presente in cui deve pagare ogni giorno il frutto degli errori propri e del figlio, nel film c’è questo rosso cupo ricorrente (che sia pomodoro, sangue o vernice) che non lascia mai dimenticare che, al di là della dimensione intima dei sensi di colpa e del rapporto personale con il figlio, c’è sempre questa violenza che incombe sulla sua vita.

Consiglio davvero entrambe le versioni.

Korean wave?

E’ passato un po’ dal mio ultimo post, e di questo mi scuso. Mi sono ammalata ripetutamente e tra un periodo e l’altro di malattia la scuola ha pensato bene di darmi il colpo di grazia con compiti ed interrogazioni (insomma, nulla di insolito).

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